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LE DINAMICHE

“La felicità viene vissuta come pericolosa, perché rende soli.

Lo stesso vale per la soluzione.

Viene vissuta come pericolosa, perché rende soli.

Invece con il problema e con l'infelicità si è in compagnia.”

Bert Hellinger

LEALTÀ FAMILIARE

Ogni sistema è regolato da una rete di relazioni che ha come scopo la conservazione e  l’evoluzione del sistema stesso. Ivan Boszormenyi-Nagy, psichiatra ungherese emigrato negli Stati Uniti, è il primo a parlare di lealtà familiare.

La lealtà familiare invisibile può generare una difficoltà di vivere pienamente e con gioia la propria vita che verrà trasmessa di generazione in generazione, attraverso un copione familiare non conosciuto che guida la vita dei singoli.

In ogni famiglia attraverso il racconto delle scelte, dei valori, del vissuto degli avi e del senso di appartenenza alla famiglia, si crea un legame di predestinazione, collegato al destino degli avi stessi.

Tutto questo significa che le relazioni tra i membri sono guidate da leggi sottili invisibili che operano al fine di preservare la vita, l’equilibrio e il benessere della famiglia, fondamentali per lo sviluppo della vita stessa dei singoli individui.

Tutto ciò, viene definito principio di lealtà familiare.

 

Se la lealtà familiare da un lato svolge un’azione di salvaguardia per i componenti della famiglia, dall’altro può fungere da limite, ostacolando la piena auto-realizzazione di una persona, minandone lo sviluppo e impedendogli di vivere a pieno la propria vita.

Nel caso in cui nel sistema di origine e nella storia dei nostri avi ci siano stati vissuti traumatici e di dolore, si osserva che ciò viene trasmesso di generazione in generazione.

Le violazioni alle leggi che regolano la vita, perpetrate dagli antenati, vengono trasmesse alle generazioni a venire.

L’adesione alla lealtà familiare è inconsapevole e involontaria. La spinta inconscia è motivata dall’amore, dall’idea di una condivisione del destino comune, tale per cui piuttosto che occuparmi di me, scelgo di preoccuparmi e di farmi carico della felicità dell’intero sistema.

L'AMORE CIECO

Alle volte i figli sono pronti a sacrificare la propria esistenza nell’illusione di poter salvare i genitori, attraverso fallimenti, solitudine, malattia e addirittura la morte. Il vincolo che unisce i figli ai propri genitori è un sentimento inconscio di natura biologica arcaica.

È un amore senza condizioni, “cieco”, che spinge i figli a prendere inconsapevolmente su di sé il dolore e il destino dei propri genitori. L’amore cieco è esattamente il meccanismo che crea l’irretimento, che spinge a “prendere il posto” di qualcuno, che attraverso il dolore e i giudizi, è stato dimenticato o escluso.

Questo comportamento sbilancia profondamente il sistema e lo congela nella distruttività e nel dolore.

La vera soluzione viene dalla sospensione dell’amore cieco che restituisce a chi appartiene - attraverso la consapevolezza e l’accettazione - il peso, il dolore e la responsabilità di cui ci si è caricati, sviluppando un amore consapevole e ricco di gratitudine, che ci permetterà di onorare e ringraziare per quanto si è ricevuto.

Solo realizzando noi stessi, riusciremo ad amare veramente l’altro, a ringraziare con la nostra vita i genitori che ci hanno messo al mondo e tutto il sistema che ci ha permesso di esistere.

L'IRRETIMENTO

Attraverso l'approccio fenomenologico possiamo osservare i meccanismi della lealtà familiare. Nella costellazione familiare, i rappresentanti, pur non conoscendo la storia di chi rappresentano, mostrano attraverso le loro sensazioni e i movimenti del corpo, con chi il cliente è identificato, dove nel sistema si è creato un blocco dell’energia vitale. Si è raggiunto così il punto in cui si manifestano quei legami invisibili che paralizzano il sistema e il soggetto stesso, che chiamiamo irretimenti.

L’irretimento è un condizionamento invisibile che impedisce, nonostante tutti gli sforzi del cliente di apportare un cambiamento alla sua vita, di raggiungere la sua completezza in termini di successo e realizzazione in tutti gli ambiti della vita.

L’irretimento si nasconde all’interno di un sistema che è fatto anche delle memorie di vita dei nostri Avi. Può succedere, ad esempio, che il cliente non conosca nemmeno il membro della famiglia con il quale si identifica, né abbia idea di cosa gli sia successo; inoltre la situazione potrebbe essere ulteriormente complicata dall’esistenza di un segreto di famiglia. Gli effetti dell’irretimento variano secondo la situazione specifica che ha provocato un danno all’equilibrio in famiglia.

La soluzione sta nell’individuare ciò e chi è stato escluso dalla consapevolezza del sistema e nel riconoscere tutti come parte della nostra storia, seppur separati da sé. Per farlo, è necessario accogliere con sguardo compassionevole, lasciando che sia passato, le storie di sofferenza e dolore del nostro albero genealogico... senza giudizio, come frutto di situazioni di disagio in contesti difficili ai quali i nostri Avi hanno reagito come potevano, guidati a loro volta da legami invisibili, .

Bert Hellinger individua 3 dinamiche di irretimento familiare:

  • “TI SEGUO NEL TUO DESTINO” – Questo tipo di irretimento si verifica quando la morte prematura di una persona cara, per esempio di un genitore, a causa di un incidente, una malattia o un crimine di guerra, genera un dolore profondo; in questo caso uno dei figli tenderà a dire “voglio seguirti”. Probabilmente questo figlio svilupperà delle fragilità, voltando  simbolicamente le spalle alla vita, come se dicesse al genitore "mi manchi troppo e voglio seguirti nel tuo destino”. In questa dinamica entra in gioco l’amore cieco del bambino.

  • “PRENDO IL TUO POSTO” – La persona dice “lo faccio per te, porto io il tuo peso". Tale situazione può essere  determinata dal non voler vedere soffrire una persona cara, per la paura che non ce la faccia e possa morirne.
     

  • “VOGLIO ESPIARE LA TUA COLPA” – Alcune volte può essere una colpa propria, oppure può essere la colpa di un altro componente familiare o di un nostro Avo. Ciò comporta uno squilibrio nella nostra vita, impedendoci di realizzarci e di vivere con gioia. 

Nella psicogenealogia si va ad indagare l’albero genealogico alla ricerca delle corrispondenze tra nomi e date che potrebbero originare la cosiddetta Sindrome da Anniversario. Il sistema familiare ha bisogno di ritrovare la pace, di completare e chiudere le vicende rimaste in sospeso: l’onere viene passato ai nuovi arrivati, alle forze giovani del sistema, i cui sintomi sono dei segnali dell’irrisolto del passato.

 

IL MOVIMENTO INTERROTTO

I genitori, specialmente la madre, devono offrire ai figli amore, sicurezza, senso di protezione e fiducia. Il figlio dipende in maniera totale dai genitori e in particolare dalla madre, fondamentale per la prima fase della vita. In seguito il flusso di amore e di energia vitale che scorre dai genitori ai figli è fondamentale per una crescita serena e armoniosa. Se il rapporto tra la madre e il figlio si spezza precocemente, a causa di un evento drammatico che separa i figli dalla madre e dal padre, il figlio non sarà più in grado di ricevere: questa interruzione nel flusso di energia e amore dalla madre al figlio, determina il “movimento interrotto”.

 

Per esempio, una gravidanza portata a termine in uno stato di ansia e pericolo per le condizioni esterne (come nel caso di lutti, guerre o carestie), oppure per precarie condizioni fisiche, gravi difficoltà nel parto, lunghe malattie fisiche della madre o del bambino subito dopo il parto (incubatrice), possono generare questa interruzione di contatto energetico e fisico che chiamiamo "movimento interrotto". Possiamo vedere questo, nel caso in cui la madre muoia durante il parto o poco dopo.

Anche nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, quando il bambino inizia a crescere e a formarsi come individuo, la separazione dai genitori deve essere graduale e non traumatica. Lo stato di shock può essere talmente grande, che dopo una prima reazione di rabbia e di dolore, si sviluppa un blocco, carico di silenzio, di profonda rinuncia e rassegnazione. Ne deriverà un adulto che non conosce i propri bisogni e non chiede mai, che si chiude in se stesso e nelle relazioni e dalle quali si ritirerà presto, diventando infelice. Per paura del rifiuto, pur desiderando ardentemente relazionarsi e condividere, eviterà di aprirsi.

Per poter sciogliere questo blocco bisogna osservare ciò che è accaduto, tornando a sentire l’amore che è rimasto chiuso nel dolore e questo creerà un nuovo legame d’amore che libera e genera un nuovo equilibrio. Questo movimento risanatore porta una nuova consapevolezza e rimette in collegamento il figlio con la madre (o con il padre), spesso attraverso l’immagine di un abbraccio prolungato, che fornisce nuova energia al sistema e dando avvio ad un nuovo sentire che favorisce la vita.

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